
(18 aprile 1982 – n° 608)
Il tempo a nostra disposizione
era poco, era rubato,
soffiato sotto il naso
all’amicizia altrui
che ci coinvolgeva.
Quel tempo era nostro
e noi lo stavamo vivendo
ingenui ed incoscienti,
impazienti forse di pronunciare
parole d’amore,
quell’amore bistrattato,
trascurato,
abbandonato,
oppresso.
Ci lasciammo con un pensiero
futuro che futuro non era,
era sogno, oppure realtà?
Solo amore,
nient’altro,
niente di più.
© Carlo Becattini
Tutti i diritti riservati
già, a volte ci si fa troppe domande, certe situazioni emotive meglio viverle nel pieno del loro coinvolgimento
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Questo è vero…occorrerebbe una seconda vita ricordandosi della prima o, in alternativa, a fine vecchiaia ringiovanire fino al ritorno nell’utero materno ed anche oltre.
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in realtà non so se avendo una seconda vita a disposizione ci libereremmo dall’abitudine tipica dell’essere umano di domandarsi sempre il perchè …dovremmo agire come gli animali che seguono le pulsioni
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Si, non posso che darti nuovamente ragione, ma chi segue le pulsioni, di solito fa una brutta fine, in questa società.
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perchè è isolato… discorso che sarebbe lungo ma per il momento non mi dilungo
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Capisco, anche io mi sono trattenuto dall’aggiungere altro…
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