
(19 marzo 1984 – n° 804)
Ti parlavo,
chiedevo una spiegazione
ma tu mi guardavi, piangevi,
tacevi, ed io non capivo
quel silenzio assurdo.
Ho fatto lo stesso,
senza accorgermene ho taciuto,
non ho voluto dare spiegazioni
a colei che mi chiedeva di dare
un senso al mio comportamento.
Ed allora ho capito,
finalmente ora so
cosa mi tacevi e perché lo facevi,
mi sono comportato come te.
© Carlo Becattini
L’ha ripubblicato su TYT.
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l’incomunicabilità è una lama assai tagliente, a furia di fendenti uccide.
strepitoso Casorati
Buon sabato Carlo 🙂
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Grazie Daniela, buona giornata 😊
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la trovo di una malinconia dolente!! bella sì
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È vero, lo è…non si finisce mai di imparare dai propri sbagli e spesso è troppo tardi. Grazie
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A volte pensiamo di essere nel giusto ma poi ci accorgiamo di essere come gli altri.
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In questo caso prevale più il fattore comprensione dell’altro, finché non ci caliamo nei suoi panni non riusciamo a capire il suo comportamento, indipendentemente dall’essere o no nel giusto.
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