2013
Ci piaceva stare a guardare la volta celeste nel buio della notte.
Guardavamo tutte quelle stelle e la Via Lattea che disegnava il proprio tracciato nell’oscurità.
Lo facevamo stendendoci tutti per terra, disponendoci a raggiera con le teste vicine una all’altra, raggruppate nel fulcro della ruota.
Visti dall’alto sembravamo una stella, un corpo unico di carne le cui parti erano tutte in piena armonia e sintonia tra loro.
Immaginavamo di essere una stella anche noi e di ascendere alla Via Celeste per brillare per sempre nel buio dello spazio.
A volte parlavamo, altre stavamo in silenzio, spesso ci prendevamo per le mani e le stringevamo.
Il contatto fisico era molto importante.
La nostra stella si trasformava così in ricamo, una sorta di fiocco di neve, una trina.
Uniti per le mani, per i piedi, per la testa, con il pensiero concentrato e proiettato verso l’alto aspettavamo il momento in cui quel pensiero unico sarebbe ricaduto su tutti quanti o, caso eccezionale, su uno solo di noi.
Ho visto donne urlare e disperarsi, gioire e ansimare, vittime di piaceri violenti e ripetuti.
Anche a me è successo una volta.
Un unico pensiero proiettato da tutte loro mi colpì ricadendo, carico dei loro desideri inconfessabili e più reconditi.
Entrò in me a fondo passando da un chakra all’altro, mescolando le energie e vibrando all’unisono, come il suono di tanti diapason colpiti nello stesso istante.
Tutte quelle vibrazioni ci stordirono, sconvolsero, ed io che mi trovavo nel centro di quel caos che non so come definire, sono morto e poi rinato con la sola forza del pensiero.
A volte il pensiero non era sufficiente a placare la sete del desiderio, allora qualcuno s’inoltrava lungo l’impervio cammino dei sensi lasciando che il filo di lana si spezzasse.
Non c’erano tabù e si trovava sempre qualcuno misericordioso che veniva in soccorso.
Si trattava di calmare la tempesta prima che facesse danni.
La quiete che ne seguiva giovava sempre a tutti.
La nostra energia vitale era potente e sapevamo convogliarla a dovere.
Ormai dopo una vita trascorsa assieme tutto era facile.
La stella si scomponeva assumendo configurazioni differenti, a volte geometriche, altre astratte, ma le mani cercavano sempre di stringere altre mani, per quanto possibile, per non perdere il contatto con la comunità e la comunione trascendentale che riuscivamo ad instaurare.
Poi il sonno ci coglieva e la nostra realtà si trasformava subito in sogno dove continuavamo ad agire sopra un altro piano dell’esistenza.
Più di una volta mi è accaduto di raggiungere Athena proprio mentre mi trovavo in quello stato di rilassamento fisico e psichico.
Athena mi accoglieva tra le sue braccia e m’invitava a riposare insieme a Lei.
Allora mi appoggiavo al suo corpo e nel sogno dormivo profondamente.
© Carlo Becattini
Il tuo testo è magnifico, la tua scrittura cesellata, le tue emozioni al limite.
Grazie Carlo
buona giornata
L’inaccessible étoile Jacques Brel
Rêver un impossible rêve
Porter le chagrin des départs
Brûler d’une possible fièvre
Partir où personne ne part
Aimer jusqu’à la déchirure
Aimer, même trop, même mal,
Tenter, sans force et sans armure,
D’atteindre l’inaccessible étoile
Telle est ma quête,
Suivre l’étoile
Peu m’importent mes chances
Peu m’importe le temps
Ou ma désespérance
Et puis lutter toujours
Sans questions ni repos
Se damner
Pour l’or d’un mot d’amour
Je ne sais si je serai ce héros
Mais mon cœur serait tranquille
Et les villes s’éclabousseraient de bleu
Parce qu’un malheureux
Brûle encore, bien qu’ayant tout brûlé
Brûle encore, même trop, même mal
Pour atteindre à s’en écarteler
Pour atteindre l’inaccessible étoile.
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Grazie Corinne, bella questa Stella inaccessibile di Brel. Perdona il ritardo nel risponderti ma oggi ho avuto poco tempo libero.
Ciao
Carlo
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